Si chiude la settimana nera di un Napoli smemorato. Non solo serenità , deve darsi un gioco. Una formula diversa. Cesena e Milan agilmente piegati, il Chievo favorito dallo spericolato turn over, ma ora la Fiorentina fa riflettere. Il Napoli è lo stesso, chi lo conosce lo blocca. Mazzarri inventi qualcosa di nuovo.
Non era facile dimenticare il Chievo. Il Napoli si è smarrito, lo choc ha segnato anche chi a Verona aveva giocato pochi minuti o nessuno. Hamsik e Inler i peggiori all'inizio, mentre la squadra pativa inspiegabili amnesie, non riconosceva più se stessa.Mihajlovic conosce bene il Napoli, se l'è studiato, ha cucito il gioco calcolando le misure ad ogni avversario, si è rifugiato per lunghi tratti nella straordinaria prontezza a maturità del portiere De Sanctis.
La Fiorentina, temendo del Napoli il congegno offensivo, lo ha isolato. Non ha offerto ai difensori, schierati ancora una volta a tre, incontri ravvicinati. Jovetic unica punta ha stanato Cannavaro, portandolo fuori area, dove il capitano prevale negli anticipi di testa, ma talvolta soccombe a palla bassa.
Sulle zone esterne Mihajlovic piazza due mine. Esplode subito quella di destra. Alessio Cerci, ex romanista che ha girato l'Italia tra Pisa, Bergamo, Brescia alla svolta dei 24 anni si rivela esterno di centrocampo tra i più interessanti del campionato. Fideleff, preferito ad Aronica nonostante la gaffe che decise la sconfitta di Verona, deve incrociare proprio Cerci.
La Fiorentina, temendo del Napoli il congegno offensivo, lo ha isolato. Non ha offerto ai difensori, schierati ancora una volta a tre, incontri ravvicinati. Jovetic unica punta ha stanato Cannavaro, portandolo fuori area, dove il capitano prevale negli anticipi di testa, ma talvolta soccombe a palla bassa.
Sulle zone esterne Mihajlovic piazza due mine. Esplode subito quella di destra. Alessio Cerci, ex romanista che ha girato l'Italia tra Pisa, Bergamo, Brescia alla svolta dei 24 anni si rivela esterno di centrocampo tra i più interessanti del campionato. Fideleff, preferito ad Aronica nonostante la gaffe che decise la sconfitta di Verona, deve incrociare proprio Cerci.
Quando si dice, la sfortuna. Tanto per creargli spazio intorno, la Fiorentina avanza sulla destra Munari e spesso il difensore Cassani. Un giochino che impegna e distrae Dossena, staccandolo da Fideleff che senza schermo insegue Cerci. Inevitabile la sostituzione con Aronica. Sull'altro versante, Zuniga comanda nella prima fase, ma la sua esuberanza è circoscritta da Lavezzi che converge dalle sue parti.
Lavezzi, generoso ma penalizzato forse da una caviglia indocile alle cure. Vargas esterno sinistro d"attacco diventa lo specchio di Cerci sulla sua fascia.Elementare, il Napoli che produce gioco con gli esterni è immobilizzato per un"ora. Un vantaggio tattico poteva averlo anche il Napoli. A centrocampo la Fiorentina ha schierato due elementi di qualità , ma improbabili nel fare argine.
Behrami nasce tornante, gioca da centrale. Potrebbe essere lui l'ostacolo da abbattere. Ma regge bene, è essenziale, ordinato, propositivo. Assistito da un incerto Montolivo. Proprio lì, manca il miglior Inler, remissivo per contrasto e ritmo. Per fortuna c'è Gargano, indemoniato. Il migliore con De Sanctis.
Tocca a Mazzarri organizzare l'offensiva finale. Le tenta tutte. Chiama a raccolta gli anziani. Prima il fidato Aronica, poi Pandev ancora tutto da scoprire, almeno quanto Santana che rileva Lavezzi. E' un Napoli che non trova più il suo copione, ha ancora dignità e coraggio, magari rabbia, il pubblico lo spinge, ma deve inventare e recitare affidandosi alle buone stelle e ai ricordi del passato, quando nel finale magari con Cavani sapeva così bene chiudere i conti.
Li lascia aperti, fra quanti dubbi. Il primo è il turn over. Dopo i tre gol al Milan, visto ieri Cavani ci si domanda: quale effetto ha prodotto il discusso riposo? Lui come altri.
Fonte: Repubblica .
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